“Una serie di sfortunati eventi”: Netflix colpisce ancora

Ve ne avevo parlato nel post con i 5 suggerimenti di cose belle da vedere su Netflix con i bambini. L’avevo fatto sulla fiducia ma ci ho preso in pieno (tsè tsè). D’altra parte le premesse erano ottime e la curiosità dopo aver visto anni fa il film con Jim Carrey era alle stelle, anche se ammetto di non aver letto i libri. I piccoli fratelli Beaudelaire mi aspettavano ed ho divorato la serie. Se avete bambini grandicelli con un po’ di senso dell’umorismo non esitate a godervi una bella maratona insieme sul divano. E’ disponibile una prima stagione da 8 episodi che scorrono via veloci e vi faranno amare Netflix ancora di più (ma su quello mi sa che state messi già molto bene come me).

Di cosa parla

La storia – sia  nella serie tv che nei libri – ci viene narrata da Lemony Snicket, che è anche uno dei personaggi della storia (seppur periferico). I protagonisti sono i piccoli Klaus Violet e Sunny Baudelaire, tre fratelli che perdono tragicamente i genitori in un incendio. In assenza di altre figure più autorevoli (e anche per una serie di magheggi e sotterfugi) vengono quindi dati in affidamento al Conte Olaf: uno strampalato e cattivissimo attore teatrale che ha come unico obiettivo quello di impadronirsi della loro fortuna, perché i Baudelaire sono molto molto ricchi. I Baudelaire provano quindi in tutti i modi di sfuggire al perfido conte Olaf cercando di essere affidati ad altri tutori ma sembrano essere perseguitati dal malvagio conte ovunque vadano… Da qui mille avventure tutte da gustare che non voglio raccontarvi.

una-serie-di-sfortunati-eventi-baudeaire

Perché vederlo

  • Klaus, Violet e Sunny sono dei bambini speciali e adorabili: Violet ha un talento straordinario nell’inventare strumenti e soluzioni, Klaus è un grande conoscitore di libri e Sunny seppur poppante ha un’innata simpatia e doti intuitive. Dei personaggi che restano nel cuore.
  • E’ una storia surreale, assurda e allo stesso tempo piacevole nel suo essere impostata con il tipico ritmo della narrazione delle fiabe per bambini.
  • Alterna alla perfezione momenti seri e “alti” grazie ad un lessico variegato, spiegazioni di parole nuove e citazioni a momenti umoristici e divertenti. I due registri comici e drammatici si mescolano benissimo: è una storia un po’ macabra e con situazioni drammatiche ma allo stesso tempo buffa, bizzarra, ricca di umorismo nero e situazioni assurde.
  • Ha un’estetica meravigliosa che è stata definita come un perfetto mix tra Tim Burton e Wes Anderson. Tutta la serie ha un’atmosfera retrò ed uno stile unico e riconoscibile che sembra sospeso in un tempo indefinito.
  • E’ una serie leggera e divertente ma allo stesso tempo ricca e profondo. Una serie perfettamente godibile a vari livelli anche dagli adulti.

Voi l’avete già vista? Che ne pensate?

 

Volete portare i bambini in un posto da favola? Andate un weekend a Bruges!

L’avete visto il film “In Bruges“? Ok non è un film per bambini ma se una sera siete riusciti a metterli a letto presto e vi siete concessi una serata tutta per voi con una bel filmone vi sarete sicuramente innamorati perdutamente di questa cittadina delle Fiandre a pochi passi dall’Olanda. Parliamo ovviamente di Bruges o Brugge se volete farli contenti e pronunciarla in fiammingo, la lingua che si parla lì. Un posto perfetto dove portare i bambini per un fine settimana fuori dal tempo immersi in una fiaba. Qui infatti sembra di essere tornati al Medioevo in una dimensione da sogno fatta di canali, cigni, case sull’acqua, edifici colorati col frontone gradonato, carrozze e negozi di merletti (oltre a quelli che vendono deliziosi cioccolatini e birra!).

bruges 1

P1010331

canali di bruges

Io ci sono stata qualche weekend fa dopo averle messo gli occhi addosso da parecchio tempo e il mio amore è stato decisamente confermato. La città è piccolina, si gira bene a piedi (o in bicicletta) in poco tempo ammirando ogni scorcio e fantasticando di essere in epoche passate a navigare tra i canali. Si raggiunge da Bruxelles con poco più di un’ora e mezzo di treno: la stazione la trovate direttamente dentro all’aereoporto (aaaah la civiltà!).

P1010372

P1010376

bruges minnewater park

bruges bejinghof

Gli imperdibili di Bruges secondo me?

  • Un giro in barca sui canali
  • Le 2 piazze principali: Burg e Markt
  • Minnewater park e il Begijnhof
  • I mulini a vento di Sint Anna alcuni dei quali sono anche visitabili all’interno
  • Il Groeningen museum per ammirare le opere dei primitivi fiamminghi
  • Una cioccolata calda in una delle tantissime deliziose sale da tè oppure per mamma e papà una birra al calduccio di uno dei tanti pub
  • Un giro in carrozza per la città con una coperta sulle gambe e lo sguardo pronto a cogliere tutti i particolari

Ovviamente munitevi di impermeabile e stivali in qualunque stagione, sopratutto se andate in autunno inverno o primavera (cioè praticamente sempre!). Il tempo non è quasi mai dei migliori ma la città è talmente meravigliosa da farvi dimenticare qualunque cosa.

Buon viaggio!

bruges di notte

5 buoni motivi per andare a vedere la mostra The art of the brick

Chi di noi da piccolo non ha creato orribili e disastrose costruzioni con i mattoncini Lego? Ok parlo per me e magari voi eravate geniali eredi di Renzo Piano ma io non sono mai andata oltre una torre sbilenca o un tentativo di astronave che somigliava di più ad un cassonetto dell’immondizia. Quindi quando ho visto la mostra The art of the Brick beh sono rimasta a bocca aperta praticamente davanti a tutte le sculture/ideazioni/genialità dicendo sempre “ommioddio come ha fatto?! Che pazienza ha quest’uomo?!”. Non vi basta e volete 5 motivi per andare a vederla anche con i bambini? Ecco qua!

  • Potrete constatare con mano che la curiosità, il coraggio e la voglia di cambiare stravolgendo tutto e andando controcorrente ripagano sempre (o vabbè almeno quasi). L’autore delle sculture di mattoncini Lego è Nathan Sawaya, statunitense avvocato che ad un certo punto nel 2004 ha deciso di mollare il suo lavoro ben pagato e sicuro per dedicarsi a tempo pieno alla sua grande passione: creare, incastrare, incollare con i mattoncini colorati più famosi del mondo. Ed è diventato uno degli artisti più quotati al mondo! Un ottimo esempio per i piccoli, per esercitare il coraggio di uscire dagli schemi non solo come un rischio ma come una grossa opportunità.

lego the art of the brick

  • Potrete riscoprire il bambino che è in voi, rimanere stupefatti, stimolare la curiosità e la fantasia dei bambini, la voglia di mettersi in gioco e provare a fare e disfare. The art of the brick è una mostra che suscita emozioni belle e positive ma mettete in conto che almeno per un po’ di tempo avrete la casa invasa di mattoncini che calpesterete di notte al buio urlando di dolore!

testa the art of the brick

  • Farete un tuffo nella storia dell’arte con opere reinterpretate in modo meraviglioso da Nathan Sawaya a colpi di mattoncini. L’urlo di Munch, la Gioconda, la Venere di Milo, il bacio di Klimt, la ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer e non vi dico troppo per non rovinarvi la sorpresa ma vi assicuro che si resta davvero stupefatti davanti a tanta bravura e perfezione.

20151117_191219

20151117_190820

20151117_185200

  • Vi divertirete un mondo vedendo una mostra originalissima che ha già riscosso un successone in Europa e nel mondo ed è stata classificata dalla Cnn come una delle 10 mostre da non perdere al mondo. Vi aggirerete in un percorso espositivo fatto di oltre 80 opere d’arte tutte in 3d!

20151117_193019

  • Potrete ammirare, tra le altre meraviglie, un T-rex fatto di un numero infinito di mattoncini Lego e lungo ben 7 metri! Quale bambino potrà resistere? E no neanche voi adulti lo farete.

20151117_194233

Avete tempo fino al 14 febbraio e vi direi di sfruttare al massimo le vacanze di Natale per una puntatina allo spazio espositivo Set in via Tirso a Roma. Fatemi sapere!

Tre film d’animazione da vedere in Autunno

Avete presente quella odiosa utilissima mezz’ora di pubblicità che ci viene propinata ogni volta che andiamo a vedere per caso o per volontà (non si sa di chi) un film in un cinema del circuito Uci? Se non sapete di cosa parlo vi stimo e vi invidio ma io ahimè lo so. E durante quell’infinito lasso di tempo nel quale ci si chiede perché si è deciso di andare proprio in quel cinema, l’ultima volta in occasione del film Inside out ho fatto una mini lista. Eh si perché una qualche utilità c’è: oltre alla pubblicità del negozio di idraulica di Peppe e Gino dietro l’angolo e di Franco l’elettricista migliore che ci sia ci vengono presentati anche tantissimi trailer dei film in uscita e se ve ne piace almeno la metà beh, ciao ciao portafoglio! Ma l’autunno in qualche modo va rallegrato no?

  • I Peanuts (al cinema dal 5 novembre): si si si si! È in arrivo il film sui miei personaggi preferiti in assoluto Lucy Snoopy e compagnia cantante quindi lo andrò a vedere sperando di non uscire delusa dalla sala.
  • Hotel transilvania 2 (dall’8 ottobre): Come sarebbe che non avete visto il primo? Subito il dvd e passa la paura! O meglio…ci si ride sopra con questo cartone che ironizza sul cattivissimo conte Dracula, sua figlia Mavis e tutto un meraviglioso mondo di super cattivi che gli ruota attorno. Anche in questo caso le aspettative sono elevate, pur sapendo che il secondo capitolo di un bel film è sempre ad alto rischio sòla.
  • Il viaggio di Arlo (dal 25 novembre al cinema): ecco qui parto con zero conoscenza e zero aspettative ma il trailer mi ha convinto (o forse era l’entusiasmo per l’avvicinarsi della fine dell’interminabile mezz’ora di pubblicità pre-film?!). Direi che una possibilità la possiamo concedere a questo film ambientato nel mondo dei dinosauri.

Avete altre idee, suggerimenti, altri film che state aspettando con ansia?

Cose da sapere assolutamente o quasi su Inside out

È il film del momento. Tutti ne parlano sui social, al bar, in ufficio, in fila alle poste, mentre aspettano il turno in mensa…ok forse sto esagerando! Sicuramente però, se anche siete allergici ai cartoni animati, non potete esserne rimasti all’oscuro e se l’avete fatto non ci siamo proprio eh. Ma no panic, possiamo rimediare. Il film è bellissimo e merita senza ombra di dubbio di essere visto, con bambini e non. Anzi consiglierei di non portarci bambini troppo piccoli perché il film è un po’ complesso e, oltre a non capirlo, si divertirebbero davvero poco. Appena uscirà però comprate il dvd e mettetelo da parte per vederlo e rivederlo.

Inside_Out

Ma veniamo alle cose essenziali da sapere:

  • Dovete andarlo a vedere! Sono stata abbastanza chiara su questo punto vero? Non c’è assolutamente bisogno che recuperiate un bambino a caso come scusa per entrare in sala a vedere un cartone della Pixar. Siete autorizzatissimi a vederlo da adulti come abbiamo fatto io e le mie amiche. E poi sarete anche autorizzati a dire che non vi è piaciuto.
  • È uno straordinario viaggio nell’architettura della mente e dei sentimenti. Realizzato in modo scientifico con l’aiuto di neuropsicologi, psichiatri e neurologi. Si parla di pensiero astratto, inconscio, sogni, valori e vari altri concetti complessi che riguardano la nostra vita quotidiana. Piacerà sicuramente ai seguaci di Freud ma non solo.
  • Vi farà ridere ma soprattutto piangere. Non potrete resistere perché in molto punti Inside out tocca delle corde dell’anima alle quali solo un cuore di pietra può essere insensibile. E voi non lo siete vero?
  • Riabilita la Tristezza come elemento essenziale della nostra vita emotiva, nulla di cui vergognarsi e anzi controparte fondamentale della Gioia che ormai tutti vogliono imporci ad ogni costo. Va bene sforzarsi di vedere sempre il lato positivo delle cose ma che fatica è combattere contro la malinconia che a volte ci viene inevitabile e che è sana e normale?
  • Se avete visto i Minions, avete la casa invasa di tic tac alla banana e vi salutate dicendo Hallo papagena tu es buena como la papaya (ogni riferimento a fatti cose e persone è puramente casuale) beh Inside out vi aiuterà a riabilitare il vostro livello intellettivo almeno per qualche ora.

InsideOut bing bong

Buona visione e fatemi sapere cosa ne pensate! Ah un’ultima cosa…vi innamorerete di Bing Bong, l’amico immaginario di Riley la piccola protagonista del film!

 

“Into the woods”…non entrate in quel bosco!

Arrivo un po’ tardi perché vittima di una sorta di odioso blocco dello scrittore che mi fa sembrare stupida qualunque parola io digiti sulla tastiera del pc ma non potevo non salvare qualcuno di voi da un’esperienza cinematografica da dimenticare. Volete vedere in famiglia un film adatto anche ai bambini, leggero, rilassante, facile da seguire ed avvincente? Bene, ottimo proposito ma state alla larga da “Into the woods”. È stata la mia scelta per il freddo e ventoso pomeriggio di Pasquetta e voglio preservare qualcuno dal fare lo stesso errore magari in questo weekend che si annuncia non bellissimo ( e te pareva). Ora, intendiamoci, non è un’esperienza così tragica e il film ha anche dei momenti piacevoli ed una storia potenzialmente nuova ed interessante anche dal punto di vista psicologico oltre che una bellissima fotografia ma il risultato finale ondeggia tra l’esilarante e l’esasperante.

Avevo riposto grandi speranze in questo film con Meryl Streep (la cui bravura non si discute) e Jhonny Depp (in una particina microscopica) che è un mix di 4 favole (Raperonzolo, Cenerentola, Cappuccetto rosso e Jack e i fagioli magici) che si intrecciano tra loro con i protagonisti che si ritrovano molto spesso in un fitto e scuro bosco che è metaforicamente un po’ anche quello dei loro desideri pericolosi. Purtroppo ho riposto male le mie alte aspettative prima di tutto perché- mea culpa- non avevo ben capito fosse un musical nel quale i personaggi cantano praticamente ogni due secondi netti ed in cui tra l’altro le canzoni sono praticamente tutte uguali e ripetono sempre gli stessi identici concetti (verrete perseguitati da “I wish…I wish” se per caso deciderete di avventurarvi al cinema).

Per fortuna ero in compagnia di un’amica che riesce sempre a farmi vedere il lato comico delle situazioni e l’abbiamo presa a ridere per la maggior parte del tempo invece di imprecare con un sonoro malimortacci mannaggia alla miseria per gli 8€ regalati al botteghino. La scena top è indubbiamente quella in cui in due principi cantano a camicia aperta in piedi sul bordo di una cascata un pezzo il cui titolo è “Agony” (e ho detto tutto) con una convinzione ai limiti del ridicolo. La comicità al potere.

Insomma se avete spirito di sacrificio, volete tentare una nuova esperienza e sapete cogliere il lato ironico delle cose andate pure a vedere “Into the woods” ma per favore risparmiate questa esperienza ai bambini che vi tormenterebbero chiedendovi di leggere loro la traduzione delle canzoni e la spiegazione di quello che succede.

Questa almeno è stata la mia impressione. E voi, siete stati a vedere il film? Cosa ne pensate?

L’orsetto Paddington: è nato un amore

Partiamo da una premessa: ho una passione per gli orsetti di peluche (sì a 30 anni passati, lasciamo stare) e per Londra. Quindi quando tempo fa ho visto la pubblicità del film dell’orsetto Paddington mi sono illuminata e ho pensato che non poteva deludermi. E in effetti non lo ha fatto, anzi è stato una piacevole e simpatica scoperta. Una bella favola per tutta la famiglia di amore, coraggio e buoni sentimenti ambientata in una Londra magnifica come sempre.

paddington orso

Paddington è un orsetto che ha sempre vissuto nella giungla peruviana con la zia Lucy che lo ha educato a colpi di Bbc, panini alla marmellata di arance e fantasie su Londra influenzata dall’amicizia con un esploratore inglese. In seguito ad un terremoto che distrugge la loro casa la zia esorta il piccolo Paddington ad andare nella capitale inglese a cercare una nuova casa più adatta a lui. Così l’orsetto tenero, dolce, educato e coccoloso si ritrova alla stazione di Paddington a Londra (da cui il nome appunto) munito solo di un cappellino rosso e di una valigia e qui viene accolto da una stramba, originale ed affettuosa famiglia londinese: la famiglia Brown, dotata tra l’altro di una casa spe-tta-co-la-re che voglio anch’io. Il signor Brown, di mestiere analista dei rischi, è molto scettico all’idea di tenere un orsetto in casa e vorrebbe affidarlo ad un tutore mentre la moglie, di professione illustratrice di racconti d’avventura, si affeziona all’istante all’orsacchiottone (ma come si fa a non affezionarsi?!).

Paddington_foto_

Dopo varie peripezie e guai combinati da Paddingoton, oltre al pericolo rappresentato dalla signora Millicent (interpretata da Nicole Kidman) la figlia del famoso esploratore  che vuole acciuffarlo per impagliarlo, l’orsetto e la famiglia Brown scopriranno di avere un gran bisogno l’uno dell’altra. La conclusione a cui arrivano è che “ogni casa dovrebbe avere un orso e la giornata della marmellata”

paddington libroTra l’altro con mia somma ignoranza devo ammettere che non conoscevo le avventure letterarie dell’orso Paddington dalle quali è stato tratto il film e che invece pare sia una star della letteratura per l’infanzia nel Regno Unito. È nato nel 1958 dalla penna di Micheal Bond con il libro “Un orso chiamato Paddington”, tradotto in 40 lingue e venduto in 35 milioni di copie in tutto il mondo. Un vero successo di tenerezza che ignoravo del tutto. Voi lo conoscevate?

 

Due “Big” al cinema per iniziare bene l’anno

Come avete iniziato l’anno nuovo? Pieni come al solito di speranze, aspettative e buoni propositi che se tutto va bene dimenticheremo a febbraio? Ho quasi paura a dirlo ma dopo un 2014 che è finito (negli ultimi tre mesi) in modo destabilizzante , faticoso e deludente io mi aspetto tanto da questo 2015 quindi guai a lui se mi delude! Tra i punti fermi del vecchio anno però ci teniamo il cinema ovviamente, una fuga economica (e neppure tanto…) dalla realtà su cui possiamo sempre fare affidamento.

L’ultimo puntatina in sala del 2014 è stata per Big Hero, l’uscita natalizia della Disney-Pixar che se non avete visto beh ma che state aspettando ancora?! Un film d’animazione che piacerà ai piccoli ma anche a voi sicuramente: una bella storia divertente, avvincente, commovente ed originale. Sicuramente vi innamorerete come ho fatto io del coccolosissimo Baymax, l’operatore sanitario grande, grosso bianco e ciccione pronto a risolvere ogni problema di salute e a restare con voi finchè non siete soddisfatti del servizio. Ecco io voglio sapere dove lo vendono perché ne voglio assolutamente uno tutto per me invece di andarmi a cercare i sintomi su Google diagnosticandomi morte imminente ogni volta. Quando lo vedrete capirete quanto è bello e perché dovrebbero inventarlo davvero!

Un altro Big film che voglio andare a vedere in questo inizio anno è invece l’ultimo del grande Tim Burton, “Big eyes”. Una storia che mescola arte, mistero, famiglia e complotti. Un film autobiografico che racconta la vera storia di Margaret Keane e del marito Walter Keane che si spacciò per anni autore del quadri di grande successo realizzati invece dalla moglie. I quadri erano caratterizzati dalla presenza di bambini dagli occhi molto grandi perché, si sa, gli occhi sono lo specchi dell’anima. Già che è di Tim Burton il film parte bene ma la storia mi incuriosisce molto e non vedo l’ora di inaugurare l’anno con questo film che si annuncia essere niente male.

E voi quale avete visto? Quale andrete a vedere? Vi siete incuriositi? Buon anno e buon weekend al cinema!

In viaggio con Mr Peabody e Sherman: andiamo?

È un periodo strano. Pieno di vuoti, di confusione, di novità, di pensieri e preoccupazioni e la creatività ne risente. Ci si butta su libri e film ma spesso non si riesce a parlarne, a raccontarli come si vuole. Dopo Boxtrolls che ho visto al cinema la settimana scorsa e di cui vi ho parlato poco tempo fa ho visto amche “Tutto può cambiare” (film incantevole e musicale che mi è piaciuto tanto ma non rivolto ai bambini) e qualche sera fa mi sono deliziata a casa con “Mr Peabody e Sherman”. Proprio un bel filmetto da vedere rintanati sul divano ora che arriva il freddo e si da spazio alla fantasia e alle tisane.

Mr Peabody e Sherman sono una coppia di padre e figlio stramba e originale che vive a New York in una casa futuristica. Perché sono così particolari? Beh Mr Peabody è un cane– geniale e pieno di inventiva che sa tutto e sa fare tutto- che ha adottato un bambino (Sherman) e lo ha cresciuto come un figlio con amore, regole e sani principi. D’altra parte “Se un bambino può adottare un cane perché un cane non può adottare un bambino?”.

Mr Peabody ha inoltre dato una meravigliosa e unica opportunità a Sherman: ha inventato una strabiliante macchina del tempo che gli consente di viaggiare avanti e indietro tra le varie epoche per imparare la storia in prima persona. Dalla Rivoluzione francese all’antico Egitto, dalla Firenze rinascimentale fino alla guerra di Troia. A chi non piacerebbe? E infatti Sherman ne è entusiasta! Durante una serata a casa con i genitori di una compagna di classe con cui Sherman ha litigato a scuola però la situazione sfugge di mano e le epoche storiche entrano prepotentemente nella vita dei protagonisti. Con il rischio sempre più incombente che Sherman venga tolto dalla custodia del suo speciale papà.

Il film è carino, divertente, originale, parla di fiducia e dell’amore puro che va oltre le etichette e le classificazioni. Un cane è una grande risorsa per un bambino, una fonte d’affetto incondizionato ma come funziona al contrario? Beh…“Non c’è dubbio. Tutti i cani dovrebbero avere un bambino”.

Voi avete visto il cartone? Vi è piaciuto?

Boxtrolls-le scatole magiche: da non perdere!

Avete visto Coraline e la porta magica  e Paranorman? Se non l’avete fatto siete proprio brutti e cattivi distratti perché sono due piccoli capolavori e dovete rimediare al più presto! Anche perché è uscito al cinema da un po’ di tempo un altro gioiellino realizzato dalla stessa società di produzione (la Laika) e quindi vi si accumula il lavoro arretrato. Io ve l’ho detto eh! Si tratta di Boxtrolls- le scatole magiche: film delizioso, spassoso, originale, divertente e avventuroso che sono andata a vedere sabato scorso per un pomeriggio senza avere niente a cui pensare…o almeno provarci.

Unico avvertimento non portateci bambini troppo piccoli perché potrebbero trovare un po’ difficile seguire il film e spaventarsi in alcune scene con il cattivone di turno con tanto di pianti e richiesta di uscire dal cinema. Oppure non portateci nessun bambino come ho fatto io! I film d’animazione non sono mica solo per piccoli (o almeno questo è quello che mi ripeto io per giustificarmi). Boxtrolls vale veramente la pena di essere visto sul grande schermo per godere a pieno di una fotografia incantevole, dei colori, delle atmosfere e di un mondo magico in cui entrare per scrollarsi di dosso il proprio.

Di cosa parla? Siamo a Pontecacio, un paesino arroccato a picco sul mare governato dalle tube bianche capitanate da Sir Gongon-zole in cui tutti sono grandi appassionati di formaggio. A Pontecacio si dà periodicamente la caccia a delle creature ritenute malvagie e spaventose che vivono sottoterra ed escono la notte: i Boxtrolls appunto. Tra di loro, che cattivi non sono proprio per niente, vive anche un bambino chiamato Uovo (dal nome della scatola che ha tipo armatura) cresciuto da loro con tanto amore anche se in modo “animalesco” privo di buone maniere. A dare la caccia ai trolls ci pensa il cattivissimo ed inquietante Signora Arraffa (definito da un bambino in sala “quello schifoso!”) con i suoi scagnozzi, perfido ed odioso per eccellenza. A ribaltare la situazione ci penserà la piccola figlia di Sir Gorgon-zole, determinata a far capire a tutti gli abitanti del paesino che i veri cattivi non sono certo i buffi boxtrolls. Ci riuscirà? Scommettiamo?

Un bimbetto di circa 4-5 anni in sala con il papà alla fine del film ha esclamato “Papà ma è stato bellissimo!”: quale garanzia migliore? Se la storia vi appassiona inoltre in libreria trovate anche il libro su cui è basato il film, per continuare a frequentare i boxtrolls anche a casa. E  mi raccomando non uscite dalla sala prima della fine di tutti i titoli di coda perché la canzoncina che li accompagna è bellissima e anche la grafica.